PERCORSO PROFESSIONALE
Mi sono occupato sia di chirurgia cerebrale che vertebrale, però il mio maggiore interesse, fin dagli anni della specialità, è stato per la chirurgia vertebrale.
L’aspetto interessante di tutte le specialità chirurgiche è quello di non essere “ferme” negli anni, statiche ma sempre in movimento, in evoluzione, e ciò comporta costanti aggiornamenti lungo tutto l’arco lavorativo, che rendono questa attività sempre stimolante e mai noiosa.
Ho avuto modo, nel corso degli anni, di effettuare stage e corsi pratici di chirurgia vertebrale presso diversi centri neurochirurgici in Francia, Inghilterra, Germania e Stati Uniti.
TECNICHE MININVASIVE
Attualmente mi occupo esclusivamente di chirurgia vertebrale. Nel corso degli anni ho potuto assistere all’evoluzione di questa branca chirurgica con l’introduzione di tecniche sempre meno invasive. Oggi molte patologie vertebrali, anche se non tutte, possono infatti essere trattate con tecniche percutanee e mininvasive, tecniche che personalmente utilizzo tutte le volte che la patologia da trattare lo consente.
CHIRURGIA VERTEBRALE
Nella chirurgia vertebrale, forse più che in altre branche chirurgiche, è molto importante la corretta scelta del tipo di intervento da eseguire. Spesso infatti per un singolo caso possono essere presenti diverse opzioni chirurgiche, ognuna con vantaggi e svantaggi. È quindi estremamente importante un attento inquadramento clinico del paziente per decidere la strategia terapeutica più adatta e procedere per gradi.
TERAPIE CONSERVATIVE
Pertanto, si inizia sempre con terapie conservative (farmacologiche, fisioterapiche, ozonoterapia) che in molti casi possono da sole risolvere il problema, senza necessità di ricorrere alla chirurgia. Se le terapie conservative non producono risultati si passa allora alla soluzione chirurgica che può prevedere una tecnica tradizionale a cielo aperto oppure una tecnica percutanea.
Come ho già accennato, in molti casi si può utilizzare la tecnica percutanea che comporta vantaggi in termini di trascurabili perdite ematiche, minore dolore e più rapido recupero post-operatorio. In altri casi invece questa tecnica non è consigliata e si esegue allora l’intervento con tecnica a cielo aperto.